I cavalli islandesi (Equus scandinavus) sono robusti, piuttosto piccoli, con una criniera lunghissima e molto folta.

Come altre razze mongole hanno cinque andature: fet, il passo, brokk, il trotto, stökk, il galoppo, skeið, l’ambio, e il tölt, la corsa leggera, tanto stabile da non essere quasi avvertita dal fantino.

Furono importati dalla Norvegia ed essendo l’unica razza sull’isola hanno mantenuto nei secoli la loro purezza. Hanno un carattere mansueto e un fisico molto robusto, adatto al clima islandese e ai lavori pesanti.

Oggi molte riviste europee parlano erroneamente dei cavalli islandesi come di pony, ma gli islandesi, sono giustamente orgogliosi di questa razza e considerano la definizione al pari di un’offesa.

Nello Skagafjörður, regione a nord dell’Islanda, ha luogo la biennale Landsmót, la Festa Nazionale del cavallo, un appuntamento molto sentito da tutti gli islandesi. http://www.landsmot.is/en

Il rapporto degli islandesi con i cavalli

I cavalli sono per gli islandesi un bene preziosissimo. In estate spesso sono lasciati liberi sul territorio, tanto che si può facilmente ammirare lo spettacolo di intere mandrie che corrono sui prati con le criniere mosse dal vento e un’andatura molto armoniosa.

Poiché però necessitano di molte cure, i proprietari ne controllano gli spostamenti e non li lasciano allontanare troppo dalla zona della fattoria. In autunno, poi, li impiegano per lavori in fattoria e per radunare le pecore.

Solo in passato venivano macellati per l’alimentazione. Gli antichi li utilizzavano come sacrificio nei riti pagani o li addestravano per i combattimenti tra cavalli, uno dei maggiori divertimenti diffusi tra le antiche tribù. Per maggiori informazioni, consultate il sito dell’Associazione italiana cavalli islandesi.