I primi stanziamenti di navigatori scandinavi in Islanda sembrano più tentativi senza grande seguito che veri e propri progetti di colonizzazione. Solo nell’871, con l’arrivo di Ingólfur Arnarson, si può parlare di un insediamento duraturo. Egli era un valoroso guerriero vichingo in fuga dalla tirannia di Haraldr Haarfager (Araldo Bellachioma), tiranno in Norvegia.
Giunse sulle coste orientali dell’Islanda assieme al fratello Hjörleifur e proseguì la navigazione lungo la costa sud. Secondo un antico rito vichingo Ingólfur lanciò in mare le colonne lignee del proprio trono: le onde le avrebbero sospinte nel luogo designato dagli dei per la fondazione di un insediamento.
Le colonne approdarono in una baia fumosa, resa tale dalla nebbia e dalle esalazioni geotermiche. Qui il guerriero scandinavo fondò la sua città: Reykjavík, Baia Fumosa (reykur=fumo, vik= baia). Per Hjörleifur invece il destino decise diversamente: egli si stabilì a Vík, ma presto venne ucciso dai suoi servi. Ingólfur Arnarson è considerato dagli islandesi il capostipite del loro popolo.