La Norvegia, dopo aver esteso il suo potere all’Islanda, affidò gli incarichi di maggiore autorità, compresi i due vescovadi, a uomini di fiducia. L’isola venne considerata una colonia alla quale attingere denaro e risorse, più che un territorio da sviluppare.
Il governo veniva venduto con mandato triennale al miglior offerente e fu introdotto un sistema fiscale rigido che imponeva pesanti tasse alla popolazione. In questo periodo si assistette a continue lotte interne tra le maggiori famiglie nobili islandesi, le quali minavano l’unità della nazione e rendevano impossibile ogni resistenza al dominio straniero. I norvegesi seppero trarne profitto.
Uno dei maggiori motivi di contesa tra i nobili islandesi era il titolo di járl, conte, onorificenza assai ambita. E’ esempio emblematico della corruzione dilagante che tale titolo sia stato concesso dai norvegesi a Gissur Þorvaldsson, sicario che nel 1241 uccise lo scrittore Snorri Sturluson.
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