La leggenda legata al nome della cascata Godafoss narra che nel 1000 d.C., l’oratore della legge Lagosumatur, di ritorno da Þingvellir dopo essersi convertito al cristianesimo, salì sul culmine della cascata e lasciò cadere tra i flutti gli idoli pagani.
Poiché da sempre il popolo islandese è tollerante in materia di religione, egli lasciò che ogni membro della sua tribù scegliesse se seguirlo o rimanere legato alle antiche credenze.
Ancora oggi gli Asatruar, cioè il 5% della popolazione che ha mantenuto nei secoli la religione pagana, si ritrovano presso la cascata in occasione del solstizio d’estate per celebrare la festa della luce ed eseguono il rito contrario a quello dell’oratore: dal basso della cascata lanciano in alto gli idoli quasi a volerli ripristinare al loro posto.
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