Nel nord dell’Islanda, vicino alla grande area vulcanica di Krafla, ci si imbatte nella centrale geotermica di Leirhnjúkur. In questa sede non solo si sfrutta il calore di Krafla, ma si monitorano costantemente lo stato del vulcano e i segnali di attività.
Dall’esterno si notano facilmente alcuni edifici bianchi utilizzati per il raffreddamento e altri rossi per la trasformazione.
Delle tubature scendono a 30 m di profondità pescando vapore e acqua che poi distribuiscono in tubi termoisolati, provvisti di gomiti a 90° per diminuire la forte pressione. In caso di pericolo, scatta un codice rosso che lascia agli operai un margine di 15′ per evacuare la zona.
Cosa accomuna l’Islanda all’Italia? Forse più di quanto si pensi, ma un elemento in particolare ha colpito l’assessore all’Economia della Regione Veneto, Vendemiano Sartor: lo sviluppo della produzione di energia pulita grazie alla grande disponibilità di sorgenti geotermiche.
In effetti, l’Islanda è il primo Paese europeo autosufficiente in termini di energia, grazie al sapiente utilizzo del prezioso potenziale geotermico e idrico presente sull’isola. In questo periodo in cui l’Occidente è in balia delle altalene petrolifere, il vantaggio è certamente economico, ma non solo.
E’ indubbio che il calore del sottosulo e l’abbondanza d’acqua, sfruttati in modo adeguato e limitandol’impatto ambientale, siano la soluzione ideale per azzerare l’inquinamento da emissioni e nel contempo sopperire al fabbisogno energetico.
E possiamo dire che il Paese dei ghiacci è all’avanguardia in questo settore. Perchè dunque non seguire l’esempio?
L’ idea è che la notevole presenza di acque termali in Veneto, se ben gestita, possa soddisfare non solo esigenze di tipo clinico e turistico, ma anche gran parte della richiesta di energia. Il solo bacino euganeo, con un’ estensione di 23 Km quadrati, risulta essere il più grande del mondo con tempeartura pressochè omogenea.
La Regione Veneto, che già ha investito molto in progetti di bioedilizia, sta ora studiando un piano che dia ampio spazio allo sfruttamento di energie rinnovabili, ecocompatibili e convenienti sul piano economico, coordinando gli interventi nei vari Comuni e tenendo conto delle caratteristiche specifiche delle diverse zone.
Lo stasso Sartor,il 24 ottobre scorso, ha voluto esporre il cammino intrapreso dalla Regione Veneto ad una delegazione islandese in visita a Padova, con l’auspicio che una collaborazione tra Islanda e Veneto possa dare impulso allo sfruttamento di energie pulite e rinnovabili quali, appunto, la geotermia.
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