I superbi paesaggi islandesi sono molto apprezzati da numerosi artisti dell’immagine, soprattutto registi.
Considerando che girare scene in Islanda non implica oneri pecuniari di nessun tipo, che ottenere permessi è molto semplice e che Madre Natura si prodiga in questa terra in scenari che spesso superano l’immaginazione dell’uomo, molti sono i film, gli spot pubblicitari, i video musicali in cui si possono riconoscere luoghi legati all’Islanda.
E’ il caso, ad esempio, della laguna glaciale di Jökullsárlón che compare in alcune scene di James Bond “La morte può attendere”, della spiaggia di Reynishverfi, location per un videoclip di Paola e Chiara, dell’imponente Vatnajökull che ha prestato i suoi scorci al film Batman begins.
Pellicola a sé è invece Genesis, che per descrivere la nascita del nostro pianeta non utilizza effetti speciali, ma si rivolge ai ben più incredibili effetti creati dalla natura, celebrando l’Islanda nei suoi molteplici aspetti: dai vulcani, ai gyser, dalle cascate ai ghiacciai.
Di seguito una raccolta delle location islandesi più suggestive scelte dai registi più famosi per ambientare alcune scene molte delle quali diventate iconiche per gli appassionati di film, serie televisive, ma anche spot pubblicitari e video clip musicali.
Nel 2005 è uscito nelle sale Batman Begins di Christopher Nolan: la produzione non poteva scegliere location migliore dell’Islanda per ricreare l’ambiente del Buthan, luogo dove il protagonista ha ricevuto il suo addestramento.In particolare le scene sono state girate nel sud – est dell’isola, sul ghiacciaio Vatnajökull: un territorio già di per sè perfetto che non implicava adattamenti di scena.
L’unica difficoltà era accedervi: non essendoci nella regione altre vie oltre la Ring Road, si è dovuto costruire una strada per salire sia al lago ghiacciato, dove avviene il combattimento di Bruce Wayne con Ducard, sia all’area dove sono stati ricostruiti il villaggio e la facciata del monastero.
Durante le riprese una violenta tempesta, con venti che soffiavano a 120 km /h, si è abbattuta sul luogo, ma la troupe ha continuato il lavoro, approfittando, anzi, di questo evento naturale per rendere più realistica l’atmosfera del film.
E’ uscito nelle sale nel 2013 il film Oblivion, di Joseph Kosinski, regista anche di Tron: Legacy. In questa nuova pellicola Tom Cruise tenterà di salvare la Terra, distrutta dalla recente guerra contro gli alieni.
E quale miglior location dell’Islanda?
Secondo Clark, uno dei produttori, non ci potrebbe essere miglior luogo per dare l’idea del pianeta che rinasce.
D’altro canto Kosinski ha voluto fortemente questa location, di cui apprezza particolarmente i contrasti di colori, l’aspetto di desolazione ed insieme di maestosità dei paesaggi, la luce perfetta e unica che solo l’Islanda sa offrire nelle lunghe ore del tramonto estivo. Niente di meglio per il suo Oblivion.
Lo stesso Tom Cruise, per la prima volta sull’isola, ne è rimasto molto colpito, tanto da volersi attardare ancora sull’Earl’s Peack dopo le riprese per ammirarne la splendida visuale.
La troupe, di 300 elementi, di cui la metà islandese, ha lavorato a lungo in Islanda, ma le riprese vere e proprie hanno occupato l’arco di circa 10 giorni tra il mese di giugno e luglio, quando appunto la luce e la trasparenza dell’aria permettono di ottenere il massimo.
I luoghi? Il cratere di Hrosseborg, anfiteatro naturale perfetto, utilizzato come base per la ricostruzione dello stadio, gli altipiani, scenari ideali per la scena cruciale in cui Cruise attraversa in moto le lande desolate, e poi ancora l’Eyafjallajökull, conosciuto per l’esplosione del 2010, e l’Earl’s Peak, nel sud-ovest, dove Jack/Tom Cruise si sofferma a osservare la piana sottostante da un precipizio di 60m.
A quanto sembra, nella volontà del regista l’Islanda sarà co-protagonista, assieme agli attori, di questo film.
In attesa di poter vedere Oblivion nelle sale da giovedì, ecco il trailer in Italiano.
Nel film “La morte può attendere”, si susseguono alcune scene in cui James Bond è impegnato in un rocambolesco inseguimento su ghiaccio.
La produzione aveva individuato come scenario possibile la laguna glaciale di Jökullsárlón, in Islanda, ma le riprese esigevano una superficie completamente ghiacciata.
Proprio per questo è stato chiuso il canale che collega la laguna con l’Oceano, in prossimità del ponte sulla strada n.1.
L’acqua interna è stata sottoposta a processo di desalinizzazione e in breve, grazie alle rigide temperature della zona, la superficie si è ghiacciata perfettamente.
Ancora una volta l’Islanda, con i suoi paesaggi primordiali e quasi ultraterreni, è stata confermata come miglior location per il set di un film di fantascienza.
Dopo Batman begins e Viaggio al centro della Terra, anche il grande Ridley Scott ha scelto l’isola di fuoco e ghiaccio per girare alcune scene del suo nuovo lavoro: Prometheus.
Nelle sale dal giugno del 2012, questo film, che inizialmente alcuni avevano erroneamente individuato come il prequel di Alien, racconta il difficile viaggio di alcuni scienziati durante una missione ai confini dell’Universo.
Nel cast Charlize Theron, Noomi Rapace e Michael Fassbender. La troupe si è insediata per due settimane ad Helka e il set sarà situato tra le lande desolate centrali e l’imponente cascata Dettifoss, a nord est. Un regista d’eccezione per un nutrito cast di stelle Holliwoodiane e sicuramente grandi effetti speciali, all’atmosfera… pensa l’Islanda.
La terra d’Islanda, a causa dell’intensa attività vulcanica che la interessa e dei conseguenti continui mutamenti del territorio, ha da sempre affascinato scienziati, scrittori e registi, tanto che già l’immortale Jules Verne aveva fatto partire proprio dall’Islanda il suo Viaggio al centro della Terra.
Ed è proprio quest’opera, che ha infiammato la fantasia di tanti ragazzi, a ritornare nelle sale cinematografiche con una nuova interpretazione del regista esordiente Eric Brevig. Il film, ambientato ai nostri giorni, vede protagonisti lo scienziato Trevor Anderson (Brendan Fraser: La mummia, Crash), suo nipote Sean ( Josh Hutcherson: Un ponte per Therabitia) e la giovane guida locale Hanna ( Anita Briem: The nun).
I tre esploratori, intrappolati in una grotta in Islanda, sono costretti per uscirne ad inoltrarsi in un regno sotterraneo pieno di insidie ma anche di meraviglie. Dopo mille avventure tra dinosauri e piante carnivore, riescono attraversando il pianeta a trovare un’uscita nell’emisfero australe. Il film, nelle sale italiane dal 16 gennaio 2009, sembra promettere emozioni e grande coinvolgimento, grazie all’uso del 3D per la prima volta sperimentato in una pellicola live action.
Il film presentato dall’Islanda agli Oscar 2009 è Brudgummin, in inglese White Night Wedding, di Baltasar Kormákur.
Già candidato con 14 nomination agli Edda, riconoscimenti cinematografici e televisivi islandesi, ha vinto durante la cerimonia del 16 novembre scorso 7 premi tra cui il premio al Miglior Film, Miglior Attore, Miglior Scenografia.
A dicembre è stato presentato al Black Nights Film Festival di Tallinn, nella sezione non competitiva dei “12 Selected Titles” ed ora si prepara alla scalata per l’Oscar al Miglior Film in Lingua Straniera.
La pellicola, prodotta dalla Blueeyes Productions dello stesso Kormákur, è in prima posizione nelle classifiche islandesi 2008 e viene distribuita all’estero da Celluloid Dreams.
Genesis è un bellissimo film-documentario di Claude Nuridsany, coprodotto da Francia e Italia nel 2004. L’idea è narrare la nascita dell’universo e della vita sul nostro pianeta attraverso il racconto di un griot, un cantastorie africano, interpretato da Sotigui Kouyaté.
Egli, talvolta con umorismo, altre volte con serietà, ma sempre con un sottofondo di saggezza, tramanda secondo le antiche regole della tradizione orale la storia dell’universo, della Terra, dell’uomo.
Tutto il racconto è arricchito da immagini starordinarie: le riprese pazienti e ricercate restituiscono immagini pure, raramente ritoccate dagli autori.
E a chi, meglio che all’Islanda, l’ultima fra le terre emerse d’Europa, far interpretare le scene dedicate alla nascita della Terra? Dalla lava incandescente ai geyser, dalla forza impetuosa delle cascate ai vapori sprigionati dal suolo, la prima parte del film ci restituisce i luoghi più belli dell’isola in un susseguirsi di immagini mozzafiato: un viaggio ai primordi del pianeta che affascina ed emoziona.
Per presentare al mondo la nuova Golf VI, disegnata dall’italiano Walter de’ Silva, la Volkswagen ha scelto come location la splendida terra d’Islanda.
La casa di costruzione ha pensato, infatti, che i selvaggi territori islandesi e la natura indomita dell’isola potessero esaltare la nuova vettura, mettendone in risalto la linea e lanciando un messaggio di affidabilità e versatilità anche nelle condizioni più estreme.
Non a caso la prova è stata effettuata in settembre sulle non facili strade islandesi, nonostante si abbattesse sull’isola un forte acquazzone.
Di più: l’accostamento tra il nuovo prodotto e l’incontaminato paesaggio islandese, tra gyser, distese verdi di licheni e neri campi di lava, nell’intento dei costruttori avrebbe smosso le coscienze sensibili al problema ambientale.
Se nell’immaginario collettivo l’Islanda è il simbolo della purezza, del regno della natura ancora intatta, la Golf immersa in questo scenario diventa un’automobile diversa dalle altre, da quelle che utilizziamo tutti i giorni nelle città, che inquinano con gli scarichi, che creano traffico e rumore.
Diventa un’automobile sui generis, simbolo del rispetto della natura, dell’armonia dell’uomo con l’ambiente.
E nei fatti quest’idea dovrebbe essere garantita, anche se forse non basta, dai due modelli BlueMotion a basse emissioni e Twin-drive ibrido. In definitiva, quale migliore pubblicità che l’Islanda per un’automobile che vuole imporsi sul mercato come migliore nella tecnologia e nel contempo sensibile alle problematiche ambientali?